scusate la bassa qualità ma sono certo che l'argomento vi renderà più acuta la vista... leggete leggete, e godete! (sotto l'articolo in formato leggibile...)
Le chiedo ospitalità per inserirmi nella polemica sorta in questi giorni tra il signor Serra e il signor Verneau. sulle opportunità economiche che la futura nuova base americana offrirà alla nostra Vicenza. Mi domando infatti come sia possibile non dare ragione al Serra quando parla di “occasione unica di sviluppo" che ci piove dal cielo in un momento di crisi! E le contestazioni minuziose e puntigliose del Verneau non colgono affatto quella che, secondo me, è la vera essenza della questione.
Il Verneau rimprovera al Serra di essere generico quando parla di “opportunità imperdibili". Ma io credo di sapere che quella del signor Serra non è superficialità di analisi. È solo la giusta e pudica reticenza che ogni uomo dabbene dovrebbe avere nel ricordare ai suoi concittadini quali sono i tre inevitabili bisogni che ogni esercito degno di questo nome, deve soddisfare allo scopo di mantenere alto il morale della truppa.
Infatti, da che mondo è mondo (lo si può affermare con certezza e senza tema di smentite) non si è mai visto un esercito, in manovra o acquartierato, che sia stato accompagnato da schiere di orsoline salmodianti. Insomma, diciamolo! Ogni esercito che si rispetti (e quello americano è degno del massimo rispetto!) ha tre fondamentali necessità: 1) donne di facilissimi costumi, possibilmente mercenarie; 2) alcool e/o sostanze stupefacenti a scopo voluttuario; 3) gioco d’azzardo.
È inutile che il signor Verneau continui a cincischiare, nel solito stantio e triste buonismo di sinistra, con frivolezze quali la Nuova Tangenziale o il Master Plan cercando di dimostrarci che la nuova base americana non porterà benefici economici alla popolazione vicentina e facendo finta di non sapere quale sarà davvero il nuovo, ricchissimo business per Vicenza una volta che migliaia di ragazzi americani, in ottima forma fisica e con più o meno normali pulsioni sessuali, affluiranno nella Città del Palladio.
Ed è anche innegabile che il “nuovo mercato" vicentino non conoscerà la depressione economica che attualmente stiamo vivendo a livello internazionale. Perché la motrice di questa new economy tira sempre. Secondo un vecchio adagio “tira più di un carro di buoi".
E poi, come sottovalutare l’attrazione che inevitabilmente Vicenza, oramai affrancata dalla sua immeritata reputazione di “Sacrestia d’Italia", eserciterebbe sui territori circumvicini? Non è difficile immaginare autobus colmi di turisti felici provenienti da Verona, da Padova, da Belluno e da Ferrara e financo da Pordenone, diretti verso le scintillanti, anche se un po’ prosaiche, nuove attrattive di Vicenza! E solo un’amministrazione comunale illuminata ma lungimirante, scaltra ma senza pregiudizi, oculata ma anche attenta ai bisogni dello spirito saprà offrire a questi nuovi pellegrini, dopo il sospirato tour tra casini e casinò, una proposta culturale di livello, con visita guidata criptoportico romano e l’ascolto di un quartetto d’archi di Telemann presso i Chiostri di Santa Corona. Al prezzo di un unico biglietto cumulativo.
Grazie alla nuova base “Dal Molin" Vicenza sarà la “Las Vegas del Nord Est"! Certo, l’imprenditoria vicentina, pur famosa nel mondo, non è ancora culturalmente attrezzata per inserirsi in un simile affare. Le manca quel che si dice il “ know-how". Ma è indubitabile che, almeno all’inizio, la domanda attirerà su Vicenza i capitali d’investimento da parte di quelle ditte siciliane o calabresi che da anni operano proficuamente in queste nicchie di mercato. E che, siamo sicuri, dispongono del back ground, della tecnologia e soprattutto di tutta la necessaria manodopera specializzata, indispensabile quando si opera sul mercato attraverso spacciatori, prostitute, ruffiani e biscazzieri.
Così la nuova base americana a Vicenza non sarà solo “un’occasione unica di sviluppo". Sarà addirittura una “proposta che non si può rifiutare".
Pierluigi Marranconi